Quousque tandem?

Fino a quando abuserai della nostra pazienza? Cicerone rivolgeva questa domanda a Catilina, noi dovremmo rivolgerla a tutti coloro che ritengono di esibire una cultura che non hanno semplicemente ricorrendo, il più delle volte inutilmente e spesso a sproposito, a parole ed espressioni inglesi. Non è questa la prima volta che lamento l’espediente alla don Abbondio cui ricorrono politici, amministratori, “esperti” de omni et de nullo e via elencando  quando vogliono dar l’impressione di aver riflettuto a fondo su qualcosa, al punto che la lingua italiana non possiede parole adeguate ad esprimere il loro pensiero. Don Abbondio ricorreva al latinorum nel suo goffo tentativo di ingannare Renzo: allo stesso modo oggi ricorre all’inglese chi pensa che ciò che conta è apparire. Si vuol dare l’impressione di aver riflettuto con tale accuratezza e con così grande attenzione a questo o quel problema che la lingua italiana è diventata inadeguata a esprimere livelli così avanzati di conoscenza, di analisi e di proposta. Fin quando queste esibizioni hanno carattere privato sono solo un segnale della crisi culturale che la società italiana sta attraversando, ma quando esibizioni analoghe si ritrovano nel linguaggio di chi ha responsabilità istituzionali il fenomeno è ben più carico di implicazioni negative. In primo luogo il ricorso esibito a parole e espressioni proprie di una lingua imperiale rivela una vocazione subalterna e una mancanza  di rispetto nei confronti della cultura del loro paese. Subito dopo si impone una  riflessione: se la cultura italiana è ridotta così male da non riuscire a esprimere il pensiero dei politici di turno   (serviva benissimo, però, a Machiavelli per porre le fondamenta di una scienza politica che costituisce tutt’ora un riferimento centrale nel canone della cultura occidentale) non sarà anche per l’incapacità di elaborare e gestire una politica della lingua e della cultura italiana nei rapporti internazionali? Mi sono posto questa domanda qualche tempo fa, leggendo le Lamentazioni di Gregorio di Narek: https://www.academia.edu/14631827/Su_un_lamento_di_Gregorio_di_Narek.

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